Tovaglieri (Lega): “Intorno a Fontana e Lombardia clima mediatico vergognoso. Forza Italia? Normali alcune vedute diverse”
Le politiche del Governo Conte non hanno decisamente convinto la Lega: il partito di Matteo Salvini è infatti sceso in piazza (insieme a Fdi e Forza Italia) lo scorso 2 giugno per manifestare tutto il proprio dissenso.
Anche nei tavoli europei molte ricette adottate (o pianificate) pare non siano di gradimento del Carroccio.
Per un prospetto più chiaro, la redazione di PoliticaNews.it ha intervistato in esclusiva Isabella Tovaglieri, eurodeputata della Lega.
Come giudica il Dl Scuola?
“Decreto insufficiente e in terribile ritardo, uno schiaffo al mondo della scuola che in queste settimane ha dato il meglio di sé reinventandosi, senza un vero supporto dal Governo, nella didattica a distanza. Tutti i componenti del mondo della scuola sono insoddisfatti dal Decreto Scuola, di fatto l’unico provvedimento emanato dal governo che ha come oggetto l’Istruzione e su cui pesano l’incompetenza del Ministro Azzolina e le spaccature della maggioranza. Inoltre, il dl scuola viene approvato 2 giorni prima dal termine dell’anno scolastico 2019/2020, ma non contiene nessun provvedimento, indicazione o proposta per la riapertura di settembre. Si parla addirittura di plexiglass tra i banchi per consentire il distanziamento tra i bambini, una scelta imbarazzante a fronte delle insufficienti risorse stanziate dal Governo per l’adeguamento delle aule all’eventuale ripartenza”.
Lei è lombarda: quale chiave di lettura dà al clima mediatico creatosi intorno alla sua regione e alla giunta Fontana? E inoltre: come commenta, a tal proposito, le dimissioni di Baffi?
“Il clima mediatico che ha avvolto la giunta Fontana di questi tempi è vergognoso, una lotta tra stato centrale e governatore, volta a scaricare le colpe alla regione, tra le quali l’istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro, faida chiusa definitivamente dalla procuratrice di Bergamo che ha confermato che l’istituzione fosse di competenza solo del governo- per un solo ed unico fine: arginare la richiesta di più autonomia alla Lombardia. Seppur questa richiesta non piaccia al governo centrale, non è utile solo alla Lombardia, bensì può essere un traino per tutte le regioni italiane per responsabilizzare gli amministratori locali. Per quanto riguarda invece le dimissioni di Patrizia Baffi sono convinta che siano più che lecite. La renziana era stata, infatti, eletta con i soli voti della maggioranza del centrodestra come presidente della commissione Covid. La riflessione che a questo punto sorge riguarda proprio il ruolo di Italia Viva a tutti i livelli, sia regionale che nazionale. Per l’appunto, il solo fatto che la presidente – il cui ruolo spettava necessariamente ad un membro della minoranza – fosse stata eletta solo coi voti del centrodestra, fa pensare. Dimostra, infatti, quanto la maggioranza governativa sia spaccata e litigiosa al suo interno”.
Quali proposte sta portando avanti la Lega in Europa per la salvaguardia del Made in Italy?
“L’unico modo per difendere il Made in Italy è rendere più chiare e trasparenti le regole del mercato. Siamo particolarmente impegnati sul fronte dell’agroalimentare, dove sono in gioco la salute dei cittadini e il loro diritto a scelte consapevoli. Ci stiamo battendo da tempo per l’indicazione in etichetta dell’origine delle materie prime per contrastare la concorrenza sleale dei prodotti europei cosiddetti italian sounding, che imitano i marchi più famosi delle eccellenze italiane solo nel nome ma non nella qualità. Ci siamo poi mobilitati contro l’estensione dell’etichetta Nutriscore, che disorienta i consumatori e danneggia le nostre imprese, mettendo il bollino rosso su tanti prodotti alimentari italiani di qualità, come l’olio extravergine d’oliva, che da pilastro della dieta Mediterranea diventerebbe di colpo meno sano della Coca Cola. In questo delicato settore gli interessi in campo sono enormi: il dumping agroalimentare costa alle imprese italiane 60 miliardi di euro, il doppio del valore delle nostre esportazioni, un danno colossale per l’economia, l’occupazione, e l’immagine del nostro Paese”.
Con la leadership della Lega sempre più salda (alla luce dei sondaggi) nella coalizione di centrodestra e le vedute differenti in merito a questioni economiche vitali (come Mes e Recovery Fund) rispetto a Forza Italia, state pensando di prendere in considerazione un percorso politico autonomo, insieme a Fdi, che prescinda da Berlusconi?
“È normale che all’interno di una coalizione ci siano vedute diverse su alcuni temi. L’importante però è essere uniti quando si passa dalla dialettica alle decisioni strategiche per il Paese. Lo stesso non si può dire della maggioranza attualmente al governo, che è sempre stata divisa su tutto, tranne che sul pervicace attaccamento alla poltrona. Il centro-destra invece governa oggi con programmi e visioni politiche condivise in molte amministrazioni locali, in attesa di poterlo fare, ci auguriamo presto, anche a livello nazionale. Al Parlamento europeo apparteniamo a gruppi diversi, questo però non significa che a livello nazionale non ci sia concordia su quello che serve all’Italia e agli italiani per uscire dalla crisi e rialzare la testa in Europa e nel mondo”.