Incertezza e astrazione: l’Europa ci dia risposte definitive sulle misure!

23 Aprile


L’Italia deve poter uscire dalla crisi economica generata dal coronavirus senza essere costretta a impegnare o svendere i propri asset strategici, evitando ingenti aumenti delle tasse e gravi riduzioni della spesa pubblica, che pregiudicherebbero il nostro welfare come è accaduto in Grecia, messa in ginocchio dalla Troika.
La Lega ha proposto di risollevare il nostro sistema economico con il concorso della BCE, ma non è stata ascoltata.
Così, al termine del Consiglio europeo del 23 Aprile, a cui Conte si è presentato azzoppato, senza il mandato del Parlamento e con la propria maggioranza spaccata, il premier ha accettato di fatto gli strumenti decisi dalla UE (MES, BEI e SURE) in cambio un quarto strumento, il Recovery Fund, un fondo per la ripresa economica post-pandemia, proposto dalla Francia e fatto proprio anche da altri Paesi, tra cui Italia e Spagna, ma bocciato in partenza da Germania e Austria.
Anche il Recovery Fund, come tutte le altre misure decise dall’Eurogruppo, è ancora del tutto incerto e non si sa ancora se verrà presentato sotto forma di prestito o come pacchetto di aiuti a fondo perduto, ciò che è sicuro è che se fosse un prestito, l’Italia dovrà restituire i soldi a condizioni e con tassi di interesse ancora non noti. Non si sa nemmeno il quantitativo monetario messo a disposizione e nemmeno quanto spetterebbe all’Italia.
Per mesi il premier gridava di voler dare battaglia in Europa per ottenere aiuti incondizionati o con condizioni favorevoli, e invece ha perso tempo prezioso senza idee e senza avanzare proposte concrete.
Poiché l’ultimo Consiglio europeo si è concluso senza una dichiarazione comune messa nero su bianco, Conte ha dichiarato che accetterà le nuove misure soltanto dopo aver letto le carte, ma sappiamo che alternative sul tavolo non ce ne sono perché la trattativa ormai è finita.
Dunque, in due mesi, l’Europa non è riuscita a trovare una soluzione efficace e definitiva per far fronte all’emergenza sanitaria, e quei pochi strumenti messi a punto sono INADEGUATI ed INSUFFICIENTI.

Chiediamo chiarezza e strumenti veri che permettano all’Italia di ripartire il prima possibile!

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