Festa in piscina per sole islamiche, no a usi e costumi incompatibili con l’Occidente
Un intero acquapark di Limbiate (MB) riservato esclusivamente a donne e bambine musulmane per un party in burkini e jihab, con telecamere di sorveglianza spente, divieto di fare foto e video, presenza di sole bagnine donne. Una festa all’insegna dell’auto-segregazione che, come membro della Commissione Femm del Parlamento europeo, ho sentito il dovere di portare all’attenzionedell’opinione pubblica per una riflessione sull’effettiva intenzione di integrarsi da parte degli immigrati di fede islamica e sul pericolo di radicamento sul territorio di e usi e costumi incompatibili con la nostra cultura, che stridono con le conquiste e con i diritti faticosamente raggiunti dalle donne in Occidente. Dopo il clamore mediatico, il party è stato prima rinviato e poi annullato dall’associazione islamica che lo aveva promosso. In Italia le piscine sono aperte indistintamente a uomini e donne, e così deve continuare a essere per garantire i diritti, la libertà e una vera integrazione.