Dall’UE via libera alla parità di facciata, donne ai vertici con le “quote rosa”
L’Unione Europea, sostenuta dai partiti progressisti, ha deciso di imporre le “quote rosa” nei Cda delle grandi aziende, un’operazione di facciata che riguarda un esiguo numero di professioniste, ma che non risolve alla radice il problema della disparità di genere sul lavoro. Nel dibattito che ha preceduto l’adozione di questa misura illiberale e offensiva per le donne, ho ricordato il caso dell’avanzata Lombardia, dove lavora il 48% delle manager di tutta Italia grazie a un welfare efficiente e a una valida offerta formativa, che permettono alle professioniste di affermarsi grazie al loro merito e alle loro competenze, non attraverso imposizioni e multe alle imprese. Le donne non chiedono corsie preferenziali, ma una competizione equa e ad armi pari per arrivare a una parità vera e non di comodo, che possa garantire, oltre ai diritti femminili, anche il progresso economico e culturale delle nostre nazioni.